I Quattro Canti di Palermo, il Teatro del sole
All’alba del XVII secolo Palermo vedeva un assetto urbanistico moderno con la nascita di via Maqueda intersecatasi al Cassaro, elemento prospettico innovativo che denotava le potenzialità di una metropoli d’altri tempi, divideva Palermo in quattro nobili parti che diedero alla città la teatralità di cui è oggi nota.
Se vi capita di passeggiare per il centro di Palermo ad una certa si prostreranno dinnanzi a voi quattro cantoni che non erano altro che gli angoli smussati dei prospetti in aggetto su questo incrocio.
Furono realizzati ad opera di Mariano Smeriglio con fantasia tardo-rinascimentale, prevedendo la sovrapposizione di tre ordini distinti: tuscanico quello terreno, ionico quello mediano e composito quello superiore.
Così emersero quattro fontane poiché quattro è il numero dell’uomo se ci pensiamo bene; quattro sono le stagioni, gli elementi etc.Tre invece gli ordini prima descritti ad indicare il numero di Dio poiché tre sono infatti le persone di Dio, la Trinità.
Le quattro statue rappresentate sono le stagioni, partendo dal cantone meridionale rispettivamente troviamo: la Primavera, l’ Estate, l’Autunno e l’Inverno. Quattro sono anche gli elementi partendo dal cantone meridionale: la Terra, il Fuoco, l’Aria e l’Acqua.
Quattro sono le Sante palermitane e partendo dal cantone meridionale rispettivamente notiamo: S.Cristina, S.Ninfa, S.Oliva, S.Agata.
Infine quattro sono i sovrani che governarono Palermo, dal cantone meridionale rispettivamente abbiamo: Carlo V, Filippo II, Filippo IV, Filippo III.
Si pensa che in base alla posizione del sole nelle varie parti del giorno un cantone resti sempre illuminato, questo è il motivo per cui i Quattro Canti di Palermo vennero chiamati come “Teatro del Sole”.
