Una cattedrale poliglotta a Palermo
Se vi sarà mai capitato di sostare nel giardino antistante la porta meridionale della cattedrale sappiate che quello spazio lì veniva chiamato Piano dei cavalieri ed era il luogo d’incontro della nobiltà.
Si sa che la cattedrale è simbolo di forza e potere; specie in una città medievale come quella di Palermo.
La Cattedrale sembra essere il risultato della sua cultura poliglotta in parte di gusto normanno, rimangono i muri della navata principale, le quote basse delle torri e del torrione occidentale, al quale è collegata da arcani, la parte superiore dell’antititulo, tra le absidi e il coro e il prospetto absidale.
Questo suo aspetto la definisce con il termine di ecclesia munita, cioè chiesa-fortezza, data dalla praticabilità delle quote alte della chiesa e dalle torri scalarie che bloccano ai due estremi l’edificio.
L’usanza medioevale del tempo fa elevare ancor di più i campanili delle quattro torri così da renderli visibili da tutte le parti della città.
Se non soffrite di vertigini varrebbe la pena fare la passeggiata sui tetti della Cattedrale così da poter vedere la grande cupola in corrispondenza della navata principale e le cupolette maiolicate che nient’altro non sono che il risultato dell’ampliamento delle navate laterali.
All’interno della Cattedrale esattamente presso la Cappella di San Francesco di Paola esattamente lungo la navata principale, ha inizio la meridiana, una delle otto presenti in Sicilia, realizzata in ottone ed incastonata nel marmo raffigurante ai sui lati i segni dello zodiaco.
Si suppone che al mezzo dì la luce che entra dall’oculo della cupola indichi il segno zodiacale sotto cui siamo in quel periodo dell’anno.
