Pane cu la mesua

Pane con la meusa , storie di altri tempi

La storia dello street food palermitano nasce dallo stato di crisi ed emergenza che dovette affrontare la cittadina durante la peste.

Un ulteriore esempio è il pane con la mieuvsa legato alla minore presenza ebraica che per un periodo abitò la città palermitana prima della cacciata voluta dal re Ferdinando il Cattolico nel 1490.

Secondo le tradizioni della cucina kasher i macellai non potevano avere alcun compenso economico dal lavoro svolto così venivano ripagati dagli scarti ad eccetto del fegato considerato una pietanza pregiata.

Le interiora quali milza, polmoni e cartilagini diventarono cosi “conza” fritta nello strutto per imbottire panini ricoperti di sesamo chiamati “vastedda” da vendere alla comunità più povera per le strade palermitane.

Ne nacquero due versioni, la vastedda schietta che prevedeva le frattaglie con succo di limone e quella maritata con aggiunta di ricotta salata e primo sale.

Oggi è possibile trovare per tutta Palermo ambulanti che vendono il pane cu la mieuvsa davanti il tipico pentolone dove friggono le frattaglie.

Non resta che augurare buon appetito ai nostri lettori

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