La Cappella Palatina
La storia di Palermo è costellata da abili dominatori, primi in assoluto gli Arabi e in seguito i Normanni che lasciarono alla bella città quel fascino orientale che incanta i forestieri.
La Cappella Palatina venne fondata da re Ruggero, Normanno, nell’anno della sua incoronazione che avvenne nel 1130 e assunse dignità parrocchiale due anni dopo, come si legge in un iscrizione sotto la cupola.
Posta all’interno del Palazzo Reale, dedicata a S. Pietro, confluisce l’esperienza architettonica fatimita delle maestranze operanti a Palermo alla corte di Ruggero, la sontuosità decorativa dei mosaici bizantini, la fede nel Cristianesimo dei sovrani normanni e la suggestione della cultura islamica ancora operante a Palermo.
In origine la cupoletta emisferica della Cappella Palatina doveva spiccare nel blocco stereometrico dell’edificio le cui calde superfici murarie erano decorate da archeggiature cieche.
Oggi l’ingresso della Cappella è preceduto da una loggia con arcate a sesto acuto, decorata da mosaici ottocenteschi raffiguranti La ribellione di Assalonne al padre David, opera dell’aretino Santi Cardini , che sostituirono gli originali del XVI secolo.
Il pronao originale si può individuare nella sala rettangolare con volte a crociera antistante la chiesa, restaurata dal Valenti nei primi del ‘900. La Cappella ha le proporzioni di una cattedrale in miniatura.
Divisa in tre navate da colonne di riporto, è spazialmente dominata dall’organismo del santuario, separato da un grande arco trionfale, da alcuni gradini e da transenne marmoree.
Tutta la superficie muraria dell’interno della chiesa è arricchita da un manto musivo sfolgorante che si snoda sopra i candidi lambris di marmo. Mella cupola, degno di nota, vi è il Cristo Pantocratore alla greca benedicente tra gli arcangeli.
Nel tamburo ottagonale sono raffigurati Profeti ed Evangelisti.