Porta Felice cornice di un'alba ineguagliabile
Vi è mai capitato di fare una passeggiata presso la Cala di Palermo o al Foro italico?
Allora avrete sicuramente superato Porta Felice che è, prospettivamente parlando, il prolungamento del Cassaro che da Monreale guarda fino al Porto.
Nel periodo della Bella Epoque era solita la novella passeggiata a mare, d’altronde Palermo da panormus (tutto porto) è caratteristica per le ricchezze del suo porto dal quale la città è racchiusa.
Porta Felice è innovativa nella sua struttura, realizzata per mano di Mario Smeriglio abbandona lo schema tradizionale dell’ingresso a fornice, come porta Nuova per intenderci, adottando quello innovativo di due piloni separati che dovevano essere sormontati da obelischi, ma il progetto non andò in porto.
Oggi la porta presenta due aspetti differenti, per quanto concerne la porta che guarda verso la città segue un gusto più manierista con superfici piatte, finestre sormontate da timpani e aggettanti cornici e marcapiani.
L’altra parte che guarda il porto invece è di gusto barocco, perciò più teatrale e spettacolare.
Ne fanno da padroni colonne architravate al primo ordine che serrano due nicchie con canefore , e dei due attici simmetrici.
Le due statue raffigurano rispettivamente S. Cristina e S. Ninfa. Invece non si possono tralasciare degli aspetti magici di questa porta, durante l’equinozio di primavera il sole si allinea perfettamente al centro della porta lasciando i suoi cittadini incantati (quest’anno è previsto il 20 di marzo).
Infine un’antica diceria popolare narra che, dal momento che Porta Felice era l’unica porta a rimanere aperta dopo il suono delle campane, le “male lingue” la nominarono con questo bizzarro vezzeggiativo di “i corna a luna” (i tradimenti alla luna), lascio ai lettori libera immaginazione.
