Il mercato di Ballarò tra urla e tradizioni
Se sei a Palermo e devi comperare qualcosa sarai solito recarti al mercato storico del Ballarò, nome che deriva probabilmente dall’arabo “Suq-al-Balari”.
Questo era il luogo dove vendevano le loro mercanzie i contadini provenienti dal casale denominato appunto “Balara” da cui oggi deriva il nome odierno.
Come in tutti gli antichi mercati anche qui si è soliti sentire i mercanti “abbanniare”(l’urlare, il gridare tipico dei venditori ambulanti), antica tecnica vocale di vendita che dovette conformarsi all’uso orale piuttosto che scritto, basata su una certa enfasi del ritmo, finalizzato ad attirare l’attenzione della gente.
Chi entra al mercato viene travolto dalle numerose pietanze da strada offerte in vari punti dello stesso : sfincionelli ( impasto di pane condito ) appena sfornati, muffulette con la milza (panini con milza), le quaglie (melanzane fritte), la frittola ( insieme di frattaglie di vitello) panelle e i cazzilli fritti (crocchette al latte).
Per non parlare della frutta e verdura sempre freschissima di stagione e i polpi bolliti da poter magiare in loco o le sarde a beccafico.
Se poi alzate lo sguardo noterete la possente cupola della chiesa del Carmine che fa da padrona a quelle stradine affollate.
Passeggiare per i mercati è un esperienza che consiglio, la storia della Sicilia è narrata dai suoi cittadini e chi meglio dei mercanti e della gente di strada può raccontarcela?